Un profumo che sa di curcuma e pioggia
Era una mattina umida a Kochi. Sai, di quelle in cui l’aria sembra pesante e dolce allo stesso tempo, come un frutto troppo maturo. Ero seduto davanti a una piccola bottega, con il rumore dei motorini e il profumo delle spezie tutt’intorno. Il vecchio proprietario mi aveva appena spiegato che ogni crema che produceva veniva fatta “a mano, come una promessa”. Mi piaceva quella frase. C’era dentro un senso di tempo, di rispetto. Di cura, forse.
Parlavamo di ingredienti — aloe, sandalo, neem, e una cosa chiamata brahmi che, giuro, non avevo mai sentito prima. “Buona per la mente”, mi disse lui, sorridendo con gli occhi. E mentre lo ascoltavo, mi accorsi che la pelle delle sue mani brillava. Non lucida, ma viva. Forse era quel segreto che cercavo da anni: qualcosa di semplice, ma vero. Come il pane appena fatto o una canzone che non ti stanchi mai di ascoltare.
Più tardi, mentre aspettavo che la pioggia smettesse, presi il telefono e cominciai a leggere un articolo, e finii per caso su just casino. Strano, vero? Passare dai rimedi naturali all’adrenalina del gioco. Ma in fondo, entrambi parlano di fortuna, di equilibrio. Di rischiare, ma con misura. E poi, anche la pelle — come la vita — ha bisogno di essere ascoltata, capita, curata con pazienza.
Quando uscii, la strada profumava di terra bagnata e curcuma. Mi sentii leggero. Forse era solo il clima. O forse, come diceva il vecchio, certe cose funzionano solo se ci credi davvero.